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Verso la metà del XX secolo nel mezzo della moderna Europa, divampò un incendio che travolse nelle sue fiamme milioni di vite. Il nazismo pianificò l'eliminazione degli Ebrei d'Europa, cancellandone per sempre intere comunità. Da allora ci si domanda quale sia stata la logica e il fine che guidarono Hitler, il nazismo e i suoi complici in tale direzione. Il governo nazista dedicò un impianto complicatissimo di trasporti, approvvigionamenti, risorse umane ed economiche, nel tentativo di sradicare definitivamente una delle componenti della nostra civiltà. A questo scopo il sistema nazista sviluppò un'organizzazione presente in ogni livello dello Stato e dei territori occupati, che perseguì con sorprendente metodicità i suoi compiti di distruzione. Al meccanismo, in modo del tutto irrazionale, non sfuggirono i neonati, i malati o gli anziani, i quali, spesso, trovarono la morte già durante la deportazione o pochi minuti dopo l'arrivo ai campi di sterminio. Scientificamente pianificato in una apposita riunione svoltasi nel gennaio del 1942 sui bordi del Wansee, un idilliaco laghetto nei sobborghi di Berlino, il massacro degli ebrei divenne sistematico e micidiale. Dapprima si procedette alla concentrazione nei ghetti, luogo di partenza verso la destinazione finale: i campi della morte. Auschwitz, baricentro geografico dei trasporti europei divenne il centro e il simbolo eterno dello sterminio degli Ebrei d'Europa, che proseguì fino al 27 gennaio 1945, data di liberazione del campo. La Shoah, il termine ebraico con cui si da nome all'insieme degli eventi descritti in quest'opera, reclamò circa sei milioni di vite di ebrei. Ai bambini mai nati, ma anche a quelli che oggi giocano in Israele, in America, in Europa e rappresentano il trionfo della vita sulla morte, dedichiamo Destinazione Auschwitz. con l'augurio che mai più in futuro il mondo debba assistere indifferente ai genocidi di massa.
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3000 immagini
Minuti video: 120
Mappe interattive storiche
Ricostruzioni mai viste prima

Testimonianze e documenti

 

PROLOGO

27 gennaio 1945,ricorda che questo è stato

I primi soldati dell'Armata Rossa che penetrarono nel recinto dell'immenso campo di Auschwitz Birkenau trovarono cadaveri, figure spettrali che vagavano senza meta e le rovine di quattro grandi edifici rasi al suolo con l'esplosivo. Le macerie fino a qualche giorno prima costituivano il cuore della più grande fabbrica della morte mai concepita nella storia del genere umano: i crematori II, III, IV e V. Le truppe naziste in fuga avevano cercato di occultare le prove del grande crimine perpetrato ad Auschwitz negli anni precedenti.

Solo i pochi testimoni sopravvissuti, gli spettri che si aggiravano per il campo e coloro che sopravvissero alle marce della morte imposte ai prigionieri al momento dell'abbandono del campo, poterono raccontare come i grandi edifici erano stati utilizzati dai nazisti per la sistematica eliminazione di milioni di esseri umani, nel tentativo di cancellare per sempre la presenza ebraica dal mondo.

Ben presto però, man mano che i sopravvissuti invecchiavano e la loro memoria diveniva meno lucida sorsero qua e là per il mondo "storici" che iniziarono a mettere in dubbio le testimonianze e la reale dimensione dello sterminio. Attraverso la contestazione di insignificanti particolari o dell'esistenza stessa di un piano dello sterminio, o delle strutture per effettuarlo questi "storici" ammantandosi di scientificità tentarono di smentire i testimoni. Molti di questi sopravvissuti hanno fatto della testimonianza la ragione stessa della loro vita, sempre più anziani tentarono con energia di rispondere all'ultimo terribile insulto verso i loro cari periti nella Shoà. Almeno la memoria doveva sopravvivere.

Il cdrom Destinazione Auschwitz, con le sue minuziose ricostruzioni storiche e scientifiche basate su concrete prove documentali è la risposta definitiva alle affermazioni di chi non vuole credere che tutto ciò sia stato.






{la ferrovia che porta ad Auschwitz}
 
{la ferrovia che porta ad Auschwitz}
 
{la ferrovia che porta ad Auschwitz}
 

 

CONSIDERAZIONI DI UNA SOPRAVVISSUTA
Gennaio 2000

Il secolo appena concluso, oltre che per le straordinarie conquiste scientifiche e tecnologiche, passerà alla storia per gli efferati crimini che vi si sono commessi. Dovrà essere ricordato per le deportazioni politiche, per i gulag dell'Unione Sovietica, per le innumerevoli stragi compiute in ogni dove. Ma dovrà essere ricordato soprattutto per la Shoà, lo sterminio degli ebrei d'Europa che, nella sua tragica specificità, non è comparabile agli altri, pur orrendi delitti. Credo che nessuno meglio di noi superstiti possa comprendere e condividere la sofferenza di chi, privato della propria dignità, è stato sottoposto a umiliazioni e torture, eppure nessuno meglio di noi conosce la tremenda diversità della nostra condizione. Ho sempre invidiato chi ad Auschwitz è arrivato da solo, spesso in conseguenza di una coraggiosa scelta di vita, chi non ha vissuto lo strazio della perdita dei genitori, dei figli, dei fratelli, e ha potuto sopportare quell'inferno nella certezza di ritrovare, se fosse tornato a casa, il conforto e l'affetto dei suoi cari. A noi questa speranza non è stata concessa: dopo l'arrivo siamo rimasti soli e da soli abbiamo affrontato, in quella babele di lingue e di miserie, il terrore di ripetute selezioni insieme all'eterna minaccia: "Da qua uscirete solo - Durch den Kamin - attraverso il camino". Noi sulla rampa di Birkenau abbiamo visto scaricare dai vagoni famiglie intere e non abbiamo potuto soccorrere migliaia di bambini che, con una bambolina o un orsacchiotto in mano, venivano spinti verso la camera a gas. È uno dei tanti dolorosi ricordi che ci accompagneranno per il resto dei nostri giorni.

Goti Bauer (Arrestata sul confine svizzero a causa del tradimento dei "passatori", il 1° maggio 1944; detenuta nelle carceri di Como, Varese e Milano. Dal campo di transito di Fossoli fu deportata ad Auschwitz il 16 maggio 1944, assieme ai genitori e al fratello. Liberata a Theresienstadt l'8 maggio 1945) Considerazioni di una sopravvissuta Gennaio 2000



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