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Gente
Money
Ottobre 1999
Anche in Italia si sperimentano il borsellino e i certificati elettronici
per semplificare abitudini e necessità di ogni giorno. Complici Internet
e cellulari. E le banche si mettono all’opera.
Smart card, tutto in un chip
di
Vittorio Galeone
Sono
tante, forse troppe, le volte in cui ci avrebbe fatto comodo un’unica tesserina
capace di racchiudere gli abbonamenti al tram e al videonoleggio, la carta
d’identità e i buoni pasto, i dati sanitari e il Bancomat. E altrettante
volte ci è capitato di non avere abbastanza spiccioli per le piccole spese
quotidiane. Tranquilli: dal cappuccino al pagamento delle tasse, dalle raccolte
a punti alle visite mediche, tutta la nostra vita quotidiana sta per essere
inserita in un solo centimetro quadrato, ovvero nel microchip delle cosiddette
smart card, le carte intelligenti. Apparentemente sono normali tessere,
simili a carte di credito, ma la quantità e la varietà di dati che possono
contenere permettono di usarle nelle situazioni più disparate. Per sostituire
gli spiccioli nei piccoli pagamenti (borsellino elettronico), per usufruire
di servizi privati o pubblici, per contenere i dati personali. In alcuni
casi si tratta di rimpiazzare le tessere a banda magnetica già in uso (per
esempio per le raccolte punti nei supermercati o per il prelievo di contanti
al cash dispenser). In altri casi le smart card sono l’occasione per acquistare
su Internet, senza mettere in linea il numero della carta di credito. L’obiettivo
è semplice: riunire molti servizi di tipo diverso in una sola tessera da
tenere in portafoglio, eliminando scomodità e rischi. Non si tratta di una
fantasia futuristica, ma di una realtà già sperimentata per alcuni servizi
della Pubblica amministrazione italiana, e il fenomeno è in netta crescita,
mentre la loro diffusione, grazie a Internet e alla telefonia cellulare,
sembra ormai inarrestabile.
Dalle parole ai
fatti
Se il concetto di smart
card è nato quasi vent’anni fa, trasformarlo in realtà ha richiesto una
lunga evoluzione, passando dai produttori di microchip ai fornitori di servizi,
agli operatori finanziari e di telecomunicazioni. Fino ad arrivare all’ultimo
anello della catena del mercato: il cittadino. mentre lo sviluppo iniziale
delle smart card puntava su soluzioni globali a scatola chiusa, il coinvolgimento
di operatori finanziari e di telecomunicazioni ha spostato l’attenzione
verso la flessibilità e la personalizzazione come punti cardine per soddisfare
diverse tipologie di utenti. I software basati sul linguaggio di programmazione
Java (utilizzabili su diversi sistemi informatici), l’onda crescente del
commercio elettronico e l’esplosione della telefonia cellulare basata sullo
standard Gsm, hanno dato così la possibilità di trasformare le smart card
in un autentico fenomeno di massa. Col nuovo millennio sarà proprio il cittadino
a poter scegliere quali servizi e quali canali distributivi utilizzare,
caricando e scaricando software e denaro virtuale dalla propria smart card,
inserita di volta in volta nel terminale di una banca, di un negozio, di
un computer collegato a Internet o in un telefono cellulare.
Dal Gsm a Internet
Visto che l’Italia è
il terzo mercato al mondo (e il secondo in Europa) nella telefonia mobile
Gsm e il primo mercato in Europa per le cosiddette tessere di fidelizzazione
(raccolta punti e abbonamenti), non stupisce che proprio l’Italia sia nel
mirino dei produttori di smart card (come De La Rue), di sviluppatori specializzati
(come Logika Italia) e di fornitori di servizi multifunzione (come Tsp,
frutto dell’alleanza tra Società per i Servizi Bancari e Telecom Italia).
Pochi mesi fa, Telecom Italia Mobile ha potuto lanciare alcuni nuovi servizi
(Tim Card, Script Tim, operazioni bancarie e posta elettronica) grazie alla
smart card SuperPower prodotta da De La Rue. Il passo successivo sarà la
possibilità di effettuare acquisti e pagamenti direttamente tramite il telefono
cellulare, come già si sta sperimentando in Francia, grazie alla collaborazione
tra De La Rue, Motorola, Carte Bancaire e France Telecom. Affinché il cerchio
si chiuda è necessario infatti che i fornitori di tecnologia e del relativo
software (produttori di smart card e di telefoni cellulari) collaborino
con gli operatori delle telecomunicazioni (telefonia fissa o mobile, reti
informatiche) e con le banche. Proprio alle banche spetta il compito fondamentale
di definire standard e modalità per garantire l’affidabilità e la sicurezza
di pagamenti e accrediti. Un’occasione colta per ora da alcune banche locali.
Ma il vero salto di qualità, cioè la diffusione di massa di questo mezzo
di pagamento, si avrà con l’adesione delle grandi banche nazionali. Non
a caso l’Abi e altre associazioni di settore stanno definendo le specifiche
per arrivare a una smart card di credito e debito valida a livello nazionale.
Nel frattempo, oltre al borsellino elettronico su smart card prepagata scalabile,
è già disponibile la soluzione PayOnWeb (www.tsp.it), ovvero il borsellino
elettronico via Internet. Basato sulla formula della tessera prepagata che
ha già riscosso tanto successo nella telefonia cellulare, PayOnWeb utilizza
Internet e il sistema di borsellino elettronico MINIpay per il pagamento
di piccole somme, evitando così di dover mettere online il numero della
propria carta di credito. Dopo aver precaricato nella smart card un credito
variabile da 10mila a 300mila lire (tramite sportelli automatici tipo Bancomat
oppure via Internet), la tessera può essere inserita in un apposito lettore
collegato al computer. A differenza degli acquisti tramite Bancomat, con
la smart card non è necessario ricordarsi un codice numerico né collegarsi
a una banca che autorizzi il pagamento, anche se nella smart card viene
memorizzata una prova di acquisto che registra l’operazione. Più in generale,
il sistema di borsellino elettronico MINIpay prevede non solo la copertura
prepagata di piccoli importi presso i più svariati esercizi commerciali
convenzionati (bar, alimentari, cartolerie, edicole, fast food, self service),
ma anche la possibilità di disporre di importi maggiori che in questo caso
vengono addebitati, previa autorizzazione della banca, direttamente in conto
corrente.
I vantaggi dell’e-cash
Per gli esercenti e
per i fornitori di servizi non mancano i vantaggi del sistema di incasso
tramite le smart card dei clienti: velocità delle operazioni di pagamento,
riduzione dei costi per la gestione di cassa e del rischio di rapine, garanzia
di sicurezza delle transazioni e di autenticità delle smart card (vengono
registrati automaticamente importi, date, orari e identificativi della tessera
del cliente). Inoltre gli incassi sono trasferiti direttamente dal terminale
al proprio conto corrente, senza dover sottostare agli orari di apertura
degli sportelli bancari con relative code. Per gli utenti i vantaggi non
sono meno significativi: facilità d’uso (non servono codici da ricordare),
nessuna necessità di cambiare banconote o di dare il resto, sicurezza nel
non dover viaggiare con denaro contante in tasca e garanzia dal rischio
di perdita della tessera. Infatti, in caso di smarrimento, si può chiedere
il rimborso della moneta residua al momento della scadenza della validità
della tessera.
Burocrati all’avanguardia
Grazie alle leggi Bassanini
sulla semplificazione amministrativa e sullo snellimento burocratico, sul
fronte della Pubblica amministrazione non mancano numerosi esempi di sperimentazioni
già avviate: diversi enti pubblici hanno indetto delle gare per smart card
sanitarie o di identità come progetto pilota, eventualmente abbinate al
sistema di pagamento MINIpay. Tra questi pionieri ci sono il Comune di Siena,
il Comune e l’Università di Firenze, il Comune di Brescia, il Comune di
Milano, la Regione Friuli Venezia Giulia, la Regione Valle d’Aosta, la Regione
Lombardia e i consorzi dei progetti Calypso (a Venezia) ed Europavia. L’uso
di queste smart card spazia dal borsellino elettronico al pagamento di servizi
comunali (multe, rette scolastiche, certificazioni anagrafiche e di stato
civile), dagli abbonamenti a parcheggi e mezzi pubblici a quelli per biblioteche
e centri sportivi, da sconti presso esercenti convenzionati alla prenotazione
di esami medici specialistici, fino alla carta d’identità elettronica che
sostituisce il corrispondente documento cartaceo, il tesserino sanitario
e il codice fiscale per accedere a sportelli automatici aperti 24 ore su
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