Is there a mind in this mind?

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can we really state that the electronic highways and the virtual culture, are just sophisticated systems in charge for the dissolution of our body and of the experience of reality?

Immaginare di immaginare di immaginare

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Jean de Boneville, nel suo Storie di specchi: dal labirinto al rizoma illumina i lettori sul progetto per un labirinto di luce che Leonardo non riuscì mai a realizzare: la Stanza Ottagonale con pareti a specchio. Pare che mentre Leonardo indagava sulla natura delle immagini speculari, riprendendo il cerchio semicircolare di Tolomeo, disegnò un intreccio di riflessi e un labirinto: otto enormi specchi rettangolari uniti assieme a comporre un mondo senza confini. Incapace di costruirsi da sé lastre riflettenti grandi abbastanza da soddisfare le sue esigenze abbandonò l’idea.

Alice, davanti allo specchio

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mi risulta che sua moglie si occupava anche di intelligenza artificiale, ma non solo. E forse è proprio quello il motivo per cui è stata uccisa.
―Di cosa sta parlando?
―Di un progetto che si chiamava di…― dice, ma non sa come proseguire e deve ripescare l’informazione su un foglio stropicciato che tira fuori dalla tasca. ―Ecco― dice. ―Un progetto di mind uploading. Ne sapeva nulla?

Gli ipertesti e la comunicazione multimediale

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Gli ipertesti e, più in generale, una logica ipertestuale, producono una trasformazione nei criteri di scambio di informazioni, nei modi stessi di fare comunicazione, e rimettono in discussione molti dei paradigmi ormai assestati a proposito delle concezioni di testo, di analisi testuale, e dei rapporti che vengono a instaurarsi tra gli autori di testi e gli utenti/fruitori.

Mutazioni in Borderland

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Borderland: il nome di questa rubrica descrive piuttosto bene i miei gusti, mantiene alta l’ambiguità sui contenuti: c’è horror, ma non solo; c’è altro oltre all’horror, ma non necessariamente; e poi, cosa sia questo altro oltre non è chiaro a nessuno, il che è un modo come un altro per dire: Territori di confine: faccio quello che mi pare.

Nota critica: Walter J. Ong – Oralità e scrittura. Le tecnologie della parola

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Muovendosi ai confini di un territorio di transito tra la linguistica l’antropologia, la critica letteraria, e «tanti aspetti della condizione umana» ─ un territorio questo già parzialmente esplorato da studiosi quali Milman Parry, Eric Havelock, Albert Lord, Marshall McLuhan ─ Ong si interroga soprattutto sui rapporti che intercorrono tra oralità e scrittura.

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